Storia dei Misteri

 

La Processione dei Misteri di Trapani.

 

Parlare della Processione dei Misteri è parlare dell’anima stessa di Trapani. Da oltre quattro secoli il Venerdì Santo a Trapani vive di questo rito misto di religiosità, cultura, tradizione e folklore. Gli odori, i suoni e le immagini di questi momenti rimangono impressi come un marchio a fuoco nel cuore di chi si accosta da partecipante o da semplice spettatore a ques’evento che coinvolge gente di tutte le età e nazionalità.

Rito che affonda le proprie radici negli anni della dominazione spagnola a Trapani, la Processione dei Misteri consiste nella rappresentazione dei momenti salienti della Morte e Passione di Nostro Signore Gesù Cristo attraverso diciotto Gruppi Statuari e due Simulacri realizzati da abili artisti trapanesi.

Giovanni Matera fu il primo ad intraprendere la peculiare tecnica di realizzazione delle statue, la quale consisteva nel costruirne l’anima in legno e nello stesso materiale scolpirne i volti, gli arti e le parti sprovviste di vesti, realizzate in tela e colla di coniglio e modellate su strutture in sughero secondo l’antica tecnica trapanese detta carchèt.

La configurazione scenografica dei Misteri sembra rimandare proprio al passato spagnolo di Trapani, come si può notare dalla fattura delle vesti. Interessanti i pennacchi piumati, che in alcuni Gruppi sono stati sostituiti nel tempo da equivalenti in argento. I personaggi prendono spunto da uomini comuni dell’epoca di realizzazione delle statue.

Le statue sono fissate su basi lignee dette “vare”, anch’esse realizzate dagli artigiani trapanesi e alcune intagliate con le raffigurazioni di putti, simboli del Ceto (Maestranza) di appartenenza o vedute di Trapani.

Oggi le vare poggiano su cavalletti fissi, anch’essi in legno, che sostituirono le forcelle mobili, poiché tale soluzione spesso causava rovinose cadute dei Gruppi. Pertanto si pensò di dare maggiore sicurezza attraverso l’adozione di una struttura più stabile e resistente.

Dal 1950 si iniziò a coprire i cavalletti con la “manta”, copertura realizzata in velluto nero sul quale è ricamato il nome del Ceto d’appartenenza o il nome del Gruppo Statuario.

A causa dei danni subiti dalle suddette rovinose cadute e dei danneggiamenti conseguenti ai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, nel tempo si è proceduto a restaurare o a ricostruire parti minime o considerevoli laddove necessario. Inoltre, soprattutto negli ultimi anni, è stata eseguita una pulitura profonda delle statue, poiché la polvere, il fumo dei ceri e le pennellate sconsiderate di vernice di rovinosi precedenti restauri avevano coperto e scurito i vivaci colori delle vesti. Per cui oggi si ha un’immagine nuova dei Gruppi che, in realtà, è proprio quella originale.

Caratteristica di questi Gruppi sono gli ornamenti in argento che vanno ad arricchire la bellezza dei Gruppi. Tali ornamenti vennero commissionati dalle Maestranze sin dai tempi dei primi affidamenti e furono realizzati anch’essi da artigiani trapanesi quali Piazza, Tamborello e Parisi.

Quindi a rendere ancor più pregiati e preziosi nei minimi dettagli i Sacri Gruppi sono questi ornamenti in argento e, tavolta, anche in oro o corallo, come pugnali, aureole, cuori trafitti, pennacchi e corone di spine, che con il luccichio spiccano tra i colori dei Misteri.

Legato a questo elemento fondamentale della rappresentazione dei Misteri è il rito della “Vestizione”, tanto atteso dai più appassionati, poiché è proprio in quel momento che ci si rende conto che il giorno atteso da tempo si appresta a sorgere. A tale rito prendono parte i Consoli dei vari Gruppi, che durante tutto l’anno hanno custodito con grande cura i preziosi ornamenti.

Di notevole importanza, soprattutto dal punto di vista storico, sono gli “abitini”: raffigurazioni in argento del Gruppo legate al collo dei processionanti tramite un cordoncino o, nel caso del Simulacro dell’Addolorata, rappresentati da un’immagine della Madre portata al collo con devozione dalle pie donne.

La realizzazione dei primi Gruppi Sacri fu commissionata dalla Confraternita del Preziosissimo Sangue di Cristo, i “Rossi” (istituita nel 1602 da Marquez e Galluzzo) agli artisti trapanesi del tempo.

La Confraternita di San Michele, i “Bianchi”, la quale aveva già la sua sede presso l’edificio annesso alla chiesa di San Michele, con l’arrivo dell’ordine dei Gesuiti a Trapani venne ospitata nella chiesa di Santo Spirito, in cui aveva sede la Confraternita del Preziosissimo Sangue di Cristo: occasione che portò al sodalizio tra le due Confraternite.

Il 26 febbraio 1646 il notaio Antonio Valentino sancì l’unione tra le due Confraternite, di cui uno dei risultati fu l’assunzione dei colori di entrambe le parti, ovvero: casacca rossa e cappuccio bianco, scarpe rosse e stendardo con la scritta S.P.Q.R. e “Quis ut Deus”.

Inizialmente la Compagnia si occupava di fare carità alle giovani orfane, esporre il Santissimo, organizzare la Processione di San Michele e condurre la statua del Cristo Morto nel giorno della Santa Pasqua.

Nel 1778, però, le due Confraternite vennero scisse nuovamente e i confrati del tempo istituirono ancora una volta la precedente società, che ebbe vita fino al 1803. Con il procedere del tempo e con esso le varie difficoltà incontrate, la Confraternita affidò la cura dei Gruppi Statuari alle varie Maestranze della città, ognuna delle quali si occupava del proprio “mistere”, del suo trasporto in Processione e dell’abbellimento secondo dei criteri stabiliti.

La Confraternita di San Michele perse il suo ruolo e la sua importanza con il passare del tempo fino ad essere definitivamente “congelata” da S. E. Vescovo di Trapani Mons. Francesco Miccichè nel 1999.

Le Maestranze, quindi, si occuparono di curare i Gruppi in attesa della loro Processione nel Venerdì di Passione in stretta collaborazione con il Senato. Intorno al 1800, però, le Maestranze non portarono più in spalla i vari Gruppi, affidando tale compito ai “Massari”.

Tutti i Ceti della Processione dei Misteri di Trapani si unirono il 27 giugno 1974 in un’associazione, l’Unione Maestranze, che gestisce i contributi concessi dagli enti pubblci e privati.

Tale associazione è composta da:

  • Un Consiglio Direttivo eletto dalle Maestranze (rappresentato da Presidente, Vice Presidente, tesoriere, due consiglieri e un segretario nominato);
  • Un’Assemblea (formata dal Capo Console di ogni Gruppo insieme ai componenti onorari dell’U.M.), che ha potere decisionale;
  • Un Collegio dei Revisori (organo di controllo Amministrativo e Costituzionale);
  • Un Collegio dei Probiviri (organo di sicurezza che tutela gli associati).

 

 © Copyright testo: Maria Teresa Spano’

 

 

 

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